Un’analisi ha messo in luce quali sono le città più care in assoluto nel nostro paese e, al contrario, dove la spesa è più conveniente.
Non è solo un pensiero o una diceria, i costi della vita in Italia sono ben diversi da città in città con alcune metropoli che si distinguono per il loro elevato costo della spesa alimentare. A dimostrarlo è stata la classifica di Codacons che ha voluto paragonare beni e servizi identici, ma da diverse località della nostra penisola.
Nel mercato italiano, i prezzi dei beni (come cibo, vestiti, ecc.) sono ancora in calo, sebbene meno marcato rispetto al passato (da -0,9% a -0,7%). D’altra parte, i costi dei servizi (come ristoranti, trasporti, ecc.) stanno aumentando più lentamente rispetto al mese precedente (da +2,9% a +2,8%). Questa differenza tra l’aumento dei prezzi dei servizi e la diminuzione dei prezzi dei beni è ora di 3,5%, leggermente inferiore rispetto al 3,8% di maggio.
I prodotti che compriamo frequentemente (come cibo e altri beni di uso quotidiano) stanno diventando più economici rispetto a prima, con l’aumento dei prezzi che passa dal 2,5% di maggio al 2% di giugno. Se, dunque, da una parte sembra aprirsi uno spiraglio di luce per gli italiani, dall’altra vi è ancora una disparità evidente tra le diverse zone d’Italia, con una differenza di circa il 57%.
Quando si considera l’intero paniere composto da beni e servizi, Aosta si conferma la città più costosa d’Italia. Per acquistare in questa città, il totale arriva quasi a 573 euro. Milano – sorprendentemente – si piazza al secondo posto con circa 565,3 euro, seguita da Bolzano con 564,6 euro.
Dall’altro lato dello spettro, Napoli emerge come la città con il costo della vita più basso in Italia. Qui, per gli stessi beni e servizi, si spende un totale di 363 euro. Subito dopo, Palermo con 392,7 euro. Il confronto tra Aosta e Napoli rivela che vivere nella città valdostana costa in media il 57,8% in più rispetto al capoluogo campano.
L’analisi ha utilizzato i dati forniti dall’osservatorio prezzi del Mimit, coprendo sia i generi di largo consumo alimentari, dall’ortofrutta alla carne, sia le tariffe dei servizi, dai pubblici esercizi ai dentisti ai parrucchieri.
Per l’acquisto di 28 prodotti di largo consumo, Bolzano svetta con uno scontrino di oltre 208 euro. Seguono Trieste con 206 euro e Milano con 203,6 euro, ben al di sopra della media nazionale di circa 187 euro. In contrasto, Catanzaro offre il carrello della spesa più economico, dove gli stessi prodotti costano solo 156,5 euro.
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